IMPERIA #02
7 Marzo 2015
Il mio precedente post evidentemente ha colto nel segno, avendo provocato una valanga (onda, meglio) di risposte e reazioni: vedo[...]
Il titolo giusto avrei voluto fosse
IL CALENDARIO DI SAN FRANCESCO OVVERO COME SONO PASSATO IN 10 ANNI DA FARE IL CALENDARIO DI SPORTS ILLUSTRATED A QUELLO DI SAN FRANCESCO; ma in effetti era un po’ troppo lungo…
Comunque partiamo dalla notizia di oggi e poi approfondiremo: la Basilica di San Francesco di Assisi ogni anno (da 100 anni!) pubblica un calendario e per il 2021 è stato deciso di usare 12 fotografi che dessero ognuno il proprio contributo autoriale. Anche io ho avuto l’onore di partecipare:
La copertina del calendario
La mia bio
Io ho voluto pubblicare il ritratto delle Sorelle Povere Clarisse del Convento di Clausura di Porto Maurizio.
Il mio ritratto, peraltro nel mio mese di nascita!
Bene, fin qui ci siamo. Il punto è che mi è venuto da pensare, e quindi sono qui a condividere una domanda che mi faccio da solo e alla quale cercherò di dare una risposta (faccio tutto io!): come è possibile in 10 anni passare dal Calendario di Sports Illustrated fatto alle Maldive a quello di San Francesco fatto a Porto Maurizio?
Intanto ecco una pagina del calendario di Sports Illustrated da me realizzato nel 2009:
In effetti un bel radicale cambiamento, in (tutto sommato!) poco tempo: 10 anni, si sa, volano.
La domanda che viene da porsi, che io per primo mi pongo è: ma sono sempre io?
In questi ultimi anni, lo si sa, ho cambiato radicalmente la mia maniera di essere fotografo, con diverse aspirazioni, diverse prospettive e diverse aspettative.
Come amo dire (esagerando come sempre un po’) sono passato da una fotografia estetica a una fotografia anestetica: e cioè da una volontà di semplice bellezza esteriore a una volontà di motivazioni e progettualità che abbiano il desiderio di rinunciare a una semplice e banale estetica per arrivare – addirittura – a un tentativo di rimozione del dolore.
Parecchio presuntuoso, lo so: ma vi assicuro che con l’operazione di RICORDI? questo tentativo molto spesso è diventato una concreta realtà.
Ma non divaghiamo. Per chiarire, a me per primo, la questione io penso si debba fare un’operazione che è spesso utile fare: andare alle origini.
Ero 15/16enne, in quel di Imperia, e ho cominciato facendo fotografie a due soggetti, quello che avevo a disposizione, quello che faceva parte della mia vita: ritratti ai miei amici e fotografie alle mie amiche in acqua in costume da bagno.
Diceva Tolstoj: VUOI ESSERE UNIVERSALE? PARLA DEL TUO VILLAGGIO!
Ed è esattamente ciò che ho cominciato a fare: ho parlato di ciò che era intorno a me e faceva parte della mia vita.
Ecco quindi i primi tentativi di fotografare i costumi da bagno (dopo si sarebbe detto Swimwear) sott’acqua. Si vede che c’era una sorta di “progettualità”, diciamo almeno un tentativo, per realizzare non un click improvvisato ma qualcosa che avesse un senso. Sandra, come nelle foto qui sotto, come modella.
Ovviamente tutte queste stampe sono state sviluppate e stampate da me nella minuscolissimissima camera oscura che mi ero fatto in cantina.
E poi la prima pubblicità, per Enzo&Silvia parrucchiere ad Imperia, dove mi sono avventurato in un flash in esterna, qui lo dico e qui lo nego, probabilmente avendo nella mente e negli occhi Diane Arbus. 😅
E infine i ritratti agli amici: lui è Andrea, mio coetaneo.
E quindi?!? E quindi, sinceramente, non so neanche io dove sono andato a parare. Veramente. Probabilmente mi sono perso, nei ricordi e nei puntini ai quali cerco di dare una forma compiuta, come nella Settimana Enigmistica.
Quello che so è che ognuno di noi è la nostra storia, ed è nella nostra storia che bisogna costantemente andare a cercare e scavare, per trovare ciò che di più autentico e vero c’è.
Per tanti anni ho fatto belle modelle su spiagge tropicali e allora aveva evidente senso sia in relazione alla mia storia e all’evoluzione del mio percorso.
Ecco, questa è la parolina magica: PERCORSO.
Non bisogna mai stare fermi, è necessario essere sempre in movimento, all’interno di un proprio percorso. Senza scordarsi da dove si arriva e chi si è, ma aperti al nuovo, all’imprevisto, all’inevitabile.
Ad un certo punto della mia vita ho voluto ho deciso e mi sono imposto di smettere di fare belle modelle su spiagge tropicali perché non era più abbastanza, non era sufficiente, non aveva per me più senso.
Ho voluto ritornare al ritratto, al racconto delle persone, in maniera più autentica, più vera, più sincera per realizzare qualcosa che avesse, se non altro il tentativo, di dare più Valore a ciò che realizzavo.
Sicuramente ha un grande Valore, in primis per me, il ritratto di quattro Suore Clarisse di clausura che liete sorridono al mio obiettivo!
In fondo c’è solo una grande verità: NOI SIAMO LA NOSTRA STORIA.