cape town_07


1 Dicembre 2005

lo so, sono un bello stronzo a mettere queste immagini che sono qui sotto, ma il fatto è, sinceramente, che io preferirei essere lì piutosto che qui, mi piaceva solo, graficamente, la differenza enorme tra le due realtà… quindi il mio intento non era certo “guardate come siete nella merda voi invece io come me la godo…” giuro! non era questo!
il lavoro “commerciale” che ho fatto nei giorni scorsi è finito e sono qui ancora per poco, per fare un redazionale. qualcosa di libero e divertente, dove io possa fare tutto quello che mi possa passare per la mia mente malata.
la libertà non è sempre una bella cosa, anche perchè è sicuramente più facile fare quello che qualcun’altro ci dice di fare. la libertà è un lusso che bisogna meritarsi. o forse la libertà è una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi.
quando comincio a pensare a come fare un redazionale, comincio appunto a pensare…a far viaggiare la mia mente per tutti i film visti, i libri letti…
la differenza fondamentale rispetto ai lavori commerciali è che in questo approccio io non so assolutamente cosa sto cercando ma so benissimo come trovarlo.
e quindi proprio per trovare qualcosa, più forse dentro di me che fuori di me, ieri sera io e il mio producer siamo andati in giro nella notte di cape town.
è veramente difficile raccontare a parole gli strani personaggi, gli squallidi ufficetti che abbiamo visto e frequentato…
prima siamo stati in uno strip club. dentro i soliti maschietti arrapati, ma come morti, con la birretta in mano a guardare con aria apatica le fanciulle che si dimenavano sullo stage. luci al neon. tipa all’ingresso che strappa i biglietti con gemella identica al bar. vestite anche uguali. fanno anche loro lo spettaolo, ma ci dicono, sono ancora timide. chiediamo di parlare con il boss. il suo assistente, uno sdentato dinoccolato, ci porta in un ufficetto al piano di sopra. masse di birre e lattine varie in giro. aria condizionata alla finestra tipo miami. neon in mezzo alla stanza in alto. il tipo è anche gentile e disponibile. spiego cosa cerco, ma non sapendo cosa sto cercando , sto sul vago, “ci piace il posto, vorremmo fare delle foto…”. dopo poco ci cominciano a portare spogliarelliste. nella stanzetta squallida. loro entusiaste di partecipare ad uno shooting per una rivista italiana. ma io non so bene cosa fare! non so cosa dire! non so nulla! mi chiedono e da me vorrebbero risposte, ma io ho solo domande! andiamo via. verso un posto dove ero stato due anni fa. bar con hotel. strano posto. ex ex ex lussuoso, adesso nel disfacimento, un po’ tipo cuba. ubriaconi che ascoltano un juebox ad altissimo volume. una tipa ha un bambino piccolo piccolo in braccio. e beve. e balla. nell’altra stanza c’è un biliardo con una specie di torneo. due partecipanti ho paura a guardarli negli occhi. uno ha gli occhiali da sole a specchio, un’aria loschissima ed è il prototipo estetico dello spacciatore colombiamo di cocaina.
anche lì chiediamo del proprietario. arriva un’inglese che dice che vuole trasformare il posto nel posto più figo del mondo. che lui conosce robbie williams e che quando verrà a cape town lo vuole portare lì nel suo bar. perchè “così nessuno gli romperà i coglioni e potrà stare tranquillo…”.
appena saputo che sono un fotografo mi porta nell’attiguo ristorante dove c’è il, dice lui, famosissimo fotografo tal dei tali. andiamo di là e trovo in mezzo ad un ristorante deserto un ciccione sdentato che ingurgita una bisteccona. sembra un personaggio di star wars. ciccione ciccione. mi racconta che è un grandissimo fotografo e ha fotografato: sofia loren, agnelli e, udite udite, pure il papa.
salutiamo e ce ne andiamo.
la ricerca nella notte procede, adesso verso la periferia.
karaoke in stanzoni pieni di neri.
take away cinesi.
porno shop.
un marasma di strani personaggi e strani incontri.
ma almeno, tutto ciò, sara mai servito per farmi venire delle idee per come fare il servizio fotografico di domani?

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