FEW DAYS IN NEW YORK

14 Marzo 2012

sono appena tornato da qualche giorno a new york, e vorrei usare questo blog per come a suo tempo era nato, e cioè, come nel diario delle medie, per ricordare al futuro me stesso alcune cose che mi spiacerebbe scordare.

quindi, tu che leggi questo blog, ti sconsiglio di procedere.

ho detto che non ti interessa!

va be’…

allora, parto con alitalia. milano-fiumicino. fiumicino-jfk. in viaggio la mappa mostra un aereo con delle ali enormi che scavalca l’oceano:

a new york prendo un taxi per andare verso manhattan. il taxista è uno stronzo che suona continuamente, litiga con tutti e non sa assolutamente guidare: in compenso ascolta una specie di radio maria, dove si alternano canti religiosi a letture dei salmi.

arrivo in hotel, dove comincio a scattare fotine dalla mia finestra. cosa che farò tutti i giorni, in diversi orari. nonostante sia al decimo piano in effetti sembro nello scantinato:

la prima sera mi hanno portato in un posto che mi sento assolutamente di consigliare, un coreano la cui specialità è il pollo fritto. non c’è alcuna scritta fuori in strada, bisogna conoscere il posto. si salgono delle scale fatiscenti, ma si arriva in un posto pure carino con coreani fashion (!) dove ho mangiato il miglior pollo fritto della mia vita. il posto questo:

la stessa sera fotografo la luna piena tra i grattacieli:

il giorno dopo vado all’industria superstudio, il luogo dove si svolgerà il lavoro. incontro e chiacchiero anche con fabrizio ferri, il proprietario, che però sinceramente secondo me fa solo finta di avermi già incontrato… 😉

finito il lavoro comincio i miei giri per la città.

libreria a soho dove c’era una copia originale dell’epoca di THE AMERICANS di robert frank autografata, in vendita a 500 dollars. non l’ho comprata.

compro però questo:

continuo i miei giri in città:

purtroppo non riesco ad andare a farmi tagliare i capelli dal bellissimo barbiere FSC

la sera il cliente mi invita gentilmente a cena ad un’ottimo giapponese, BOND. (grazie!). lì vicino scatto questa:

il giorno dopo ancora un po’ di lavoro e poi la mostra di weegee all’ICP. bellissima e lui grande!

nei dintorni dell’ICP:

la sera mi incontro con saturnino e riccardo onori, che sono in città con lorenzo jovanotti cherubini per dei concerti. casualità meravigliosa!

mi portano da TOMOE un altro giapponese, non lussuoso come quello della sera prima ma altrettanto (se non di più!) ottimo. in questo posto non si può prenotare e quindi si sta in coda. noi siamo stati più di un’ora! che è però volata, cazzeggiando, suonando e fotografando… queste due mie fotine a satu e riccardo:

ho detto anche suonando, giusto? e già! io scatto con l’iphone, e loro con l’iphone suonano! straordinari!!!

il giorno dopo il lavoro è finito, e ho tempo di andare al MOMA. troppa roba. temo di essere colpito dalla sindrome di stendhal. picasso, warhol, pollock, fontana, weston (il fotografo), i girasoli di van gogh…e così all’infinito… ‘na mazzata. veramente troppo.

due pezzi mi emozionano particolarmente, perché oltre al pezzo in se mi collegano al Maestro, ad ugo mulas. mi azzardo quindi a fotografarli e a farmi fotografare pensando a lui.

duchamp:

duchamp by ugo mulas

pistoletto:

Pistoletto by Ugo Mulas

uscito completamente frastornato mi fiondo in metropolitana direzione brooklyn dove ho l’onore di assistere alle prove del concerto che jovanotti e la sua splendida band terranno alla sera. dico solo che fuori dal bellissimo teatro ci sono persone che aspettano l’evento e che sono venute apposta dall’Italia!

dopo troppo poco devo scappare, direzione aeroporto. 🙁

in aereo trovo e faccio due chiacchere con nicolò cardi, proprietario della galleria d’arte black box

il mattino dopo arrivo a malpensa e vengo subito preso e portato a venezia. è abbastanza uno shock emotivo passare dalla più bella città del mondo moderno alla più bella città del mondo antico.

vorrei concludere con due frasi che potrebbero rendere questo racconto un’esperienza non gradita. ovviamente non è così! è stato fantastico! ma non riesco a non pensare che:

“bisogna stare attenti a scegliersi i desideri, può capitare anche che si avverino”

e la frase del mio caro omonimo dell’antica roma

“sono diventato tutto quello che ho voluto. e mi accorgo che non ne valeva la pena”

PS: ovviamente tutte le immagini scattate e ritoccate con iphone

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