cape town_02
29 Ottobre 2005
[it]eccomi in tutto il mio splendore per le vie di cape town. memento mori![/it]
Il mio ultimo workshop presso la benemerita Fondazione Fotografia di Modena si è svolto in una maniera, devo dire, molto interessante e proficua, penso per tutti. Sicuramente molto per me: in questi casi è molto più quello che ricevo rispetto a ciò che dò.
Tutto questo grazie a molti fattori, non ultimo un gruppo di allievi che ho trovato ottimo (nessuno è scappato!).
Il merito maggiore però, secondo me, non è stato mio, non è stato degli allievi, non è stato della Fondazione…ma è stato in larga parte della macchina fotografica che abbiamo usato. E già!
Su questo argomento il buon Toni ha già detto la sua, in maniera intelligente e approfondita come al solito, qui.
La questione del mezzo con il quale si scatta è in effetti molto importante, proprio perché il mezzo è molto importante per raggiungere un certo fine: temo che spesso invece, il mezzo con il quale si scatta venga confuso con il fine.
Comunque, tornando al workshock di Modena, mi sono MOLTO divertito, inutile negarlo, all’inizio dei tre giorni, quando ho chiesto ai miei allievi di mostrarmi le loro macchine e loro tutti orgogliosi a mostrarmi canonpentaxnikonleicax1dsxxt1super…allora io li ho invitati a lasciare tutte le loro meravigliose super macchine fotografiche perché noi avremmo usato, per tutto il week end, solo ed esclusivamente il mio amatissimo banco ottico, compagno fidato ed indistruttibile (ciò che non c’è non si può rompere, e lì c’è ben poco…) di mille avventure, scattando con polaroid 10×12.
C’è poco da fare: scattare con il grande formato obbliga, inevitabilmente, a pensare prima a cosa fare e perché.
Sul quel week end ha realizzato un bel racconto Gabriele, un allievo.
Ma non è del workshop di Modena, che volevo parlare, ma di Alessandro Gibellini, che proprio in quel week end ci è venuto a trovare, portando le sue creature, che ovviamente si sono perfettamente ambientate: banchi ottici da lui realizzati 20×25 cm (8×10 pollici).
La sua storia è fantastica, e dovrebbe essere di grande insegnamento sia per quello che riguarda la Fotografia e sia per quello che riguarda in generale l’imprenditorialità: Alessandro, ingegnere meccanico, non trovando sul mercato ciò che cercava ha cominciato a realizzarlo da sé, con le sue manine. Tutto ciò è poi diventato un business che sta funzionando alla grande.
Potete trovare tutte le informazioni che vi servono sul suo sito
E bravo Alessandro!
PS: dopo il workshop un’allieva, Chiara, mi ha mandato una bella letterina e soprattutto una bellissima spilletta! (spillona, anzi): grazie!