IL GESTO

18 Febbraio 2012

senza arrivare alla coltissima esegesi del gesto realizzata del coltissimo alessandro baricco vorrei dire la mia su questo aspetto di massima trascurato e marginale: il gesto, con il quale si fotografa.

nella mia irrefrenabile presunzione sono solito dire che per giudicare come siano le fotografie di un fotografo non mi serve assolutamente vederne il portfolio: basta ed avanza vedere come si pone e si muove con la macchina fotografica in mano. mi bastano dieci secondi.

non mi sembra d’altronde così assurdo: non basta forse ad un chef per giudicare un cuoco vedere come taglia con un coltello un pomodoro? e non basta capire come guiderà una persona da come ingrana la prima?

la sicurezza, la precisione, la consuetudine del gesto fanno in maniera che il gesto stesso riveli le precise conseguenze dei suoi effetti. causa-effetto, indissolubilmente legati.

su questo argomento mi ha molto colpito l’immagine di backstage dal blog di un fotografo abbastanza bravino, anzi diciamo così bravino che mi sembra possa essere utile esaminare anche come faccia le cose per capirne la formula…

innanzitutto l’abbigliamento. l’ho già scritto in passato a proposito degli assistenti ma ovviamente riguarda anche i fotografi: per un servizio fotografico bisogna vestirsi in maniera consona a dove e cosa si fotografa. sembra una banalità ma vi assicuro che non lo è. se vedo uno che si appresta a lavorare sotto il sole cocente delle maldive con i jeans neri (mi è successo) non è necessario neanche che prenda la macchina fotografica in mano per capire che il lavoro che farà sarà una cagata. tornando al nostro fotografo misterioso qui sopra, vedete come non solo sia attrezzato per il freddo (se devi scattare tutto il giorno all’aperto in mezzo alla neve DEVI essere organizzato per il freddo!) ma anche quanto sia mimetico rispetto al paesaggio che lo circonda. come un militare (a cui ha preso i pantaloni…) si nasconde e si mimetizza per realizzare il miglior shooting possibile…

ma veniamo al punto fondamentale, al punctum della fotografia qui sopra: ovviamente sono i piedi. la posizione dei piedi! non so se io sono esagerato, se trovo troppi simbolismi nelle piccole cose, se vado sempre alla ricerca del poco che racconti il tutto, se piuttosto che la declinazione preferisco un po’ troppo il paradigma degli avvenimenti, se penso troppo semplicisticamente a “lo zen e la manutenzione della motocicletta“, se cerco sempre la piccola serratura che apra la grande porta..eccetera eccetera…ma vi assicuro che io leggo in quella posizione dei piedi il segreto della grande capacità del nostro fotografo misterioso. e già! è tutto lì!

la calma con la quale si pone, l’apparente mancanza di equilibrio che porta invece ad una rilassata solidità. il corpo che segue placidamente le scorrerie della mente. il distacco che rivela invece un profondo senso di appartenenza.

ecco, il segreto di mr. toni thorimbert è tutto lì!

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