MELA/CI-MELA/VU

17 Novembre 2010

La “zingarata” è stata OK per me.
Su Facebook è pieno di foto, commenti e “mi piace”.
C’era davvero molta gente.
Noi ci siamo divertiti molto.
Ma questo non è inusuale.
Abbiamo parlato, raccontato, ho fotografato bendato, qualcuno ha fatto domande, forse prevedibili, ma sono le domande, e le ansie, di questi tempi.
Voglio bene a Chico perchè è capace di “muovere” le persone.
Benassi è un gigante. Toni è un fratello.
Qui sotto pubblico uno dei contributi apparsi in giro a proposito della faccenda.
Mi è piaciuto.
E’ solo un punto di vista ma l’ho trovato interessante.
E’ di Sara Lando e viene dal suo blog.

Zingarate e l’arte di capire chi sei

“Ieri ero a Savignano sul Rubicone assieme a Barbara perchè c’era questa specie di cosa che non si capiva bene cosa fosse, pero’ c’erano nello stesso spazio-tempo Settimio Benedusi, Toni Thorimbert,Chico de Luigi e Jacopo Benassi e non stavano cercando di vendere niente o presentare niente, e non e’ una cosa così comune.
Quando qualcuno cosi’ piu’ grande di me (e non parlo di età) si presta ad essere generoso abbastanza da permettermi di fare domande, io alzo il culo e ci vado.
Alcune cose che hanno detto sono state illuminanti.
Altre provocatorie, e ascoltandole mi sono resa conto che se le avessi sentite anche solo 3 anni fa probabilmente mi sarei quasi incazzata e invece adesso non solo stavo ascoltando, ma capivo.
Sono quattro fotografi estremamente diversi in termini di personalità, soggetti, esperienze. Però vederli assieme mi ha fatto pensare di trovarmi di fronte a una specie di variazione sul tema e per tutto il pomeriggio ho cercato di capire cosa fosse a rendere loro quattro in un certo senso così simili.
Guidando verso casa, credo di aver capito.
La vera differenza tra il fotografo e il fotoamatore non e’ tanto il fatto di essere pagato,
di avere un certo tipo di attrezzatura, un portafoglio di clienti che gli danno soldi.
Chi sta in cima è gente che ha smesso di trovare scuse, che si prende la responsabilità di quello che e’ artisticamente e umanamente e che e’ disposto a pagarne le conseguenze, perche’ ha un proprio percorso che e’ diverso da quello degli altri e che non deve per forza essere capito guardandone solo un pezzo, da fuori.
Che ha capito che a nessuno frega niente del perchè non hai potuto fare qualcosa.
Alla fine della giornata conta solo quello che hai fatto davvero.
Non quello che hai pensato di fare, che avresti voluto fare, che hai detto che avresti fatto ma poi il “cane mi ha mangiato i compiti”.
Credo che in punti diversi delle loro storie se la siano fatta addosso come tutti quanti, con la differenza che dove gli altri sono andati a casa a cambiarsi, loro hanno l’aria di chi si e’ semplicemente tolto i pantaloni ed e’ andato avanti lo stesso.
Momento clou della giornata: vedere Benedusi scattare bendato e riuscire comunque a tirar fuori una foto non solo bella ma sua.
Illustrazione perfetta della differenza tra fare le cose a caso e farle seguendo il caso.
Anti climax della giornata: il tizio che subito dopo ha alzato la mano per fare domande e ha chiesto: “analogico o digitale ?”. SUL SERIO?”

Sara Lando

Consiglio vivamente anche questo contributo:
Un breve filmato di Valentina Bianchi, molto, molto bello.

(perchè riscrivere ciò che è stato già scritto bene?)

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