scalo 76


27 Dicembre 2008

ebbene sì, oggi è andata in onda su rai due la puntata della trasmissione scalo 76 che ho registrato una decina di giorni fa.
non mi sono visto, e praticamente non l’ho detto a nessuno. neanche alla mamma…
e perchè? intanto sono d’accordo con chiambretti che dice che la televisione è come la cacca: bisogna farla ma non guardarla.
nulla da dire sulle persone, giornalisti ed autori, che mi hanno fatto partecipare al programma, anzi devo dire che sono rimasto incredibilmente stupito della professionalità di tutti. dico “incredibilmente stupito” perchè in fondo la rai è pur sempre un ente statale, e se l’alitalia, gli ospedali, le ferrovie, i tribunali…funzionassero così come ha funzionato quel giorno la rai forse le cose in italia andrebbero diversamente… ma questo è un’altro discorso…
il punto è che, nonostante appunto la grande professionalità di tutti, quel giorno quando sono uscito dagli studi mi giravano non poco i coglioni.
e non per colpa di qualcuno.
ma solo per un motivo semplice semplice: ciò di cui mi occupo io, moda e fotografia, quando passa dalla televisione subisce una trasformazione, nella quale quel che di buono c’era, se c’era, viene distrutto e reso banale, stupido e stereotipato.
mi sentivo quindi banale, stupido e stereotipato.
purtroppo (o per fortuna…) la moda e la fotografia in televisione non funzionano.
nella realtà una sfilata di gucci è un’evento magico e quasi sacro. in televisione la stessa sfilata e la sfilata delle fanciulle di miss italia diventano la stessa cosa; anzi diventano più importanti le tizie di miss italia.
nell’appiattimento della televisione ciò che è merda diventa oro, e ciò che è “oro” diventa merda.
tutto si uniforma.
ok, ne sono consapevole, non è che una sfilata di gucci o un fotografo che parla di modelle sono una cosa così fondamentale per la salvezza del mondo.lo so bene, se ne può fare benissimo a meno.
ma semplicemente non sono neanche l’ombra di quello che sembrano quando passano in televisione.
una prova provata della cosa è ad esempio, se ci pensate bene, che non esiste in televisione pubblicità fatta a supporto dei marchi di moda.

un altro esempio per confermare quello che sto dicendo: il festival di sanremo e la scala di milano. il palco del teatro ariston di sanremo è un palchetto del cazzo piccolo e sfigato, con sopra degli (nella maggior parte dei casi) piccoli e sfigati cantanti che canticchiano. la scala di milano è una teatro maestoso con dei giganti che cantano e suonano. è come paragonare una formica ad un elefante.
ma in televisione, se ci pensate bene, diventano non solo la stessa cosa, ma quasi diventa meglio il festival di sanremo!

e quindi?
e quindi niente, è stato divertente, piacevole, ho conosciuto persone interessanti. ma mai più…
(forse…)

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