30 Gennaio 2008
“Mi chiamo Marta, ho ventiquattro anni e sono un sputa fuoco.
Ho iniziato per caso, otto anni fa, ero a Foggia con amici e per tirar su un po’ di soldi mi sono offerta di fare un numero con il fuoco, volevamo comprarci il vino ma non avevamo una lira.
L’avevo visto fare ad un mio ex, e così ho provato anche io.
All’epoca ero punk e già da un anno fuori casa con il mio cane che era il mio compagno di viaggi, la mia stufa il mio cuscino.
Dormivo dove capitava: case occupate, furgoni, sotto le stelle.
Giravo per l’Italia e ogni tanto mi esibivo con il fuoco, usavo le torce, il “diablo”, i “devil sticks” e le palline.
A diciotto anni sono entrata a far parte di un “sound system”, un gruppo di ragazzi che viveva in furgoni e partecipava ad eventi, feste e manifestazioni di piazza.
Si faceva musica con grandi casse acustiche.
In quel periodo “tazzavo” parecchio e così mi occupavo del bar e davo una mano per i trasporti e le istallazioni.
Dopo lo scioglimento del gruppo sono tornata in Italia e ho provato a fare altri lavori saltuari come i volantinaggi o la cubista nei locali notturni, ma non era per me quella vita e così ho ricominciato con la mia vera passione: il fuoco.
Oggi questo è il mio lavoro, faccio spettacoli quasi ogni sera alle colonne di S.Lorenzo e sui navigli, qui a Milano.
Sento che questa è la mia vita, e voglio a provare a farlo in modo più professionale, non solo nelle piazze o nelle feste dei centri sociali.
A Genova, la settimana scorsa, ho partecipato ad uno spettacolo di un gruppo musicale, mi esibivo accompagnata dai loro ritmi gitani.
Ora ho un furgone mio, un vecchio Mercedes 608: è la mia casa, lì ci tengo i miei libri, le mie videocassette, una stufa a gas, i fornelli per cucinare e casse per stivare le mie cose.
Amo la mia vita solitaria, ma sempre con tanti amici e soprattutto con il mio nuovo cane: Draga, un dogue de bordeux di diciassette mesi.
Lei è come me, una zingara per il mondo, forte dolce e testarda.
Voglio farcela.”