il fallimento


11 Gennaio 2007

ho letto un libro molto particolare: “la follia di banvard” scritto da paul collins ed edito da adelphi.
questo libro racconta la vita di 13 persone che nella loro vita sono state eccezionali per qualcosa: per il loro gigantesco fallimento.
il john banvard del titolo ad esempio era un pittore molto famoso nell’ottocento.
anzi, molto di più che molto famoso, è stato il più famoso pittore dell’ottocento, celebrato dai suoi contemporanei come un grande genio e il primo pittore della storia a diventare straricco con la sua arte. era famosissimo sia in europa che in america, e si fece costruire a new york un castello dove viveva con la sua famiglia come un gran signore.
qualcuno conosce al giorno d’oggi johan banvard? qualcuno se lo ricorda?
assolutamente no, completamente dimenticato. i suoi quadri dispersi e senza alcun valore.
il fallimento, questo è un libro sul fallimento.
argomento bellissimo, che mi affascina molto.
la maggior parte di quelli che conosco sono dei falliti, magari dei falliti di successo, ma sono dei falliti.
(non tu amico/a che mi leggi, tu no, tu non sei fallito/a. ma tutti gli altri si…).
anche io, io qualche maniera, lo sono.
dicevamo, il fallimento…il fallimento è una cosa meravigliosa, è la vera giustizia. il fallimento è la prova che non ci sono state scorciatoie, non c’è stata corruzione, e se ci sono state sono state…fallimentari, di per sè anche questo un atto di giustizia:
sei un fallito? non hai corroto.
sei un fallito e hai pure corrotto? è giusto che tu sia un fallito.
quelli che hanno successo probabilmente lo hanno raggiunto percorrendo strade che non sono stati loro a decidere, si sono dovuti adeguare…hanno preso percorsi stimolati dalla furbizia e dagli interessi.
un ubriacone che vive la vita ai margini è un fallito.
ma se questo ubriacone dichiara “ti ubriacheresti anche tu, se conoscessi la vita bene come la conosco io!”, cosa è?

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