TURISTI ITALIANI ALL’ESTERO

26 Ottobre 2012

giro parecchio, si sarà capito, per il mondo.
vorrei porre la mia attenzione su un argomento preciso, grazie a questa mia esperienza: i turisti italiani.

intanto una stupefacente e per me incomprensibile realtà: sono assolutamente dappertutto. new york? tutti italiani. londra? tutti italiani. bali? tutti italiani. brasile? tutti italiani. e così via… qualsiasi posto dove tu vada, nel più sperduto della terra trovi una comitiva di turisti italiani. e come sono questi turisti italiani?!? così:

-super vestiti. nel senso tanto vestiti. sono vestiti come se dovessero scalare l’everst, ma si trovano a parigi. hanno sciarpe, cappelli, maglioni, piumini e quant’altro. pronti nel caso la grande glaciazione li sorprendesse mentre sono fuori casa.

-a proposito di vestiti: sono tutti firmatissimi. “che ‘sti brasiliani non pensino che siamo dei poveracci!” e allora giù di scarpe hogan, occhialoni chanel, borse vuitton/gucci, giacca moncler e così all’infinito…

-hanno sempre zaini, zainetti, zainoni: chissà cosa c’è dentro. forse un maglione in più, che non si sa mai…

-oltre lo zaino, con dentro chissà cosa, sono gli unici al mondo ad avere un meraviglioso avanzo degli anni ottanta: il marsupio. lì dentro tengono il passaporto, le chiavi di casa, dei dollari nascostissimi (che tutti sanno benissimo dove sono) e tutte quelle cose che non si fidano a lasciare in hotel (“la cameriera nera secondo me è una ladra, glielo si legge in faccia”).

-sono sempre e solo alla ricerca del cibo italiano. della pasta italiana. del caffè espresso italiano. tutto ció che è locale semplicemente non esiste. finiscono inevitabilmente a parlare del cibo della mamma.

-in questa italocentralità comprano solo ed unicamente le stesse identiche cose che comprerebbero in italia: vanno fino a new york per comprare le kalvin klein, per dire.

-parlano inevitabilmente ad alto volume. anzi, urlano: “AÓ!!! VIÈ QUI, CHE CE STA AMBRI E COMBRI!!!!”

-figli: è difficile che li portino in quel posto pericolosissimo che è…londra. ma se questo succede, tutto ció che ho detto finora viene aumentato esponenzialmente: ‘sti giovani teppisti impuniti dai nomi cretini (kevin, jessica…) sono vestiti come per il polo nord griffattissimi e si aggirano inferociti urlando ai genitori: “STRONZI!!! L’APPLE STORE PER DI QUI!!!!”

-non conoscono una parola di inglese. al massimo azzardano (URLANDO, ovviamente) il classico “NOIO VOLUVAN SAPER…”

-appena scendono dall’aereo attaccano il cellulare e chiamano casa assicurando che il pericolosissimo viaggio è andato benissimo e ne sono usciti sani e salvi. ok, era milano-parigi, ma sai i pericoli che si annidano sopra le alpi…

-non si mischiano: italiani sempre e solo con italiani. gli altri, anche se sono londinesi e mica del borneo, sono sempre selvaggi, sporchi e ubriaconi.

-in qualsiasi posto vadano lo paragonano ad un posto in italia: spiaggia maldiviana?!? loro conoscono una spiaggetta in sardegna che ne vale mille! un castello sulla loira?!? ma hai visto mai la reggia di caserta, ne vale mille! si finirà inevitabilmente a dire “l’italia è il più bel paese del mondo, ma non sappiamo valorizzarlo!”

-viaggiano, viaggiano e viaggiano (chissà perchè!) ma poi vogliono solo una cosa: tornare a casa. anzi il segreto penso sia tutto lì: gli italiani non viaggiano per il piacere di viaggiare, ma per quello di tornare a casa e soprattutto quello di poter dire agli amici: “quest’estate? sono andato alle mauritius!”

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