compitino 04


8 Ottobre 2006

un fatterello, di qualche anno fa:
quando ero giovane, ehi! sono giovane, quando ero più giovane, andavo con il mio amico a. in vacanza a capri.
non pensate a vacanze lussuose in ville miliardarie o sorseggiando limoncello al quisisana. il mio amico a. era amico dell’amico m., che abitava ed era di capri.
andavamo quindi ospiti da lui. ospiti direi che sia un eufemismo, nel senso che di volta in volta dormivamo ora di qui ora di lì, ospiti dell’amico dell’amico dell’amico…
la nostra storiella avviene una sera di fine agosto quando l’unica possibilità di dormire era quella di andare su una barca dell’amicodell’amicodell’amicodell’amico, insomma non sapevamo assolutamente di chi fosse la barca e avevamo anche una vaga idea di come fosse questa barca. sapevamo che era a vela e ne possedevamo una approsimativa descrizione. passa la serata nei bagordi capresi, si mangia ci si diverte e si beve.
soprattutto quest’ultima attività si è dimostrata generosa, sotto la luna caprese.
a una cert’ora della notte, o forse meglio direi, del mattino presto scendiamo da capri paese, che si trova non sul mare, verso il porto alla ricerca della barca dove andare a dormire.
il primo problema è che la barca non era sulla banchina, ma ormeggiata in mezzo al porto. prendiamo allora un piccolo barchino e a remi ci mettiamo all’affannosa e “nebbiosa” ricerca del nostro letto per la notte. “è questa”, “no, non ti ricordi, è questa”, “ma no, cosa dici, è questa”…e così per un bel po’. alla fine accostiamo su quella che eravamo entrambi sicuri fosse la nostra giusta destinazione.
entriamo, a quel punto stanchi morti e solo desiderosi di buttarci in branda, ci avviciniamo alla cabina, e…vediamo fuori due paia di scarpe. cazzo! veniamo presi dalla paura, un po’ dal panico vuoi di aver sbagliato barca, vuoi che il proprietario amicodellamicodell’amico…. avesse cambiato i programmi e tornato sulla sua barca, insomma cazzo ne so…ci siamo spaventati e piano piano siamo tornati sulla nostra barchetta a remi.
e rema e rema e torna sulla banchina del porto. albeggiava ed eravamo stanchi morti. ci trasciniamo verso la vicina spiaggetta, pensando di buttarci sulla sabbia a dormire.
sabbia? niente sabbia sulla spiaggia di capri, solo sassi, scomodi e duri. troviamo allora in mezzo alla spiaggia due tavoli che chissà a cosa servivano. io e il mio amico a. ci buttiamo sui due tavoli pronti a dormire anche sugli spilli. finalmente ci si distende e si prende sonno. quasi. più o meno. dopo quello che a noi sembrò qualche minuto ma che nella realtà non fu che massimo due orette, ci sentiamo battere sulle spalle, sempre più forte. apriamo gli occhi e la spiaggia deserta di qualche ora prima era strapiena di gente, noi eravamo nel mezzo di bagnanti, turisti, bambini che giocavano a palla, un casino. e il tavolo era di qualcuno a cui serviva per vendere non so cosa. insomma ci sbattono fuori dal nostro letto.
distrutti, stanchissimi ci trasciniamo su verso capri con l’idea di andare in un albergo che con poche lire (lire!) faceva entrare per andare in piscina. l’idea era quella di buttarci a dormire sulle sdraio.
mi ricordo di essere arrivato sul bordo della piscina e all’agognato lettino veramente a pezzi. vestito com’ero mi butto su quello che speravo fosse finalmente il mio letto per la “notte”.
sul lettino, finalmente!
ci addormentiamo come morti immediatamente e altrettanto immediatamente si mette non dico a piovere, ma a diluviare!
porca zozza…morti, distrutti, torturati dagli eventi ci trasciniamo via dai lettini e entriamo nell’albergo.
a questo punto in verità il mio ricordo si perde nella nebbia e nella stanchezza…mi ricordo solo che in un albergo deserto siamo stati, io e a., abbordati da un turista gay.
l’idea che il turista gay ci facesse usufruire del suo letto ci fece tollerare la sua pressante compagnia.
non mi ricordo veramente come finì.
voglio dire, se il turista gay ci dette il suo letto, dovrei ricordarmelo, non tanto per l’agognatissimo letto ma più che altro per il prezzo salato da pagare.
chiederò all’amico a. e vi finirò la storia dell’estate del 1986 a capri…