malesia #14_the end


5 Luglio 2007

concludo con un pizzico di egocentrismo, con un’idea da nulla di protagonismo, con un barlume di vanità: piazzo lì per lì un autoritratto che mi hanno chiesto di fare e che ho fatto sulla spiaggia più bella dell’isola dov’ero.
esatto dov’ero, perchè adesso sono all’aeroporto di kuala lumpur, nella lounge della malaysia airlines, che sembra il bar di guerre stellari: strani personaggi, donne mussulmane coperte dalla testa ai piedi, turisti australiani, ex frikettoni, uomini d’affari con il PC aperto su files excell, americani anzianotti ma con le scarpe da ginnastica ai piedi e il piglio dei ventanni, e…un fotografo italiano di ritorno verso l’italia.
è stata una settimana di buon lavoro, e soprattutto, lo devo ammettere, di riposo: mi è stata veramente utile dopo mesi di super pressione.
come sempre in questi casi ho letto molto (volete fare i fotografi? cercate di conoscere più fotografia vi è possibile! volete scrivere? leggete! volete fare poesie? imparate tutte le poesie del mondo a memoria!)
ho letto il libro di gian antonio stella (che dire, con quello di roberto saviano dovrebbe essere obbligatorio per tutti…), l’ultimo di sandro veronesi “brucia troia” (carino, certo non bello come “caos calmo”) e adesso sto leggendo il libricino (tale solo per le dimensioni) “diario australiano” di rodolfo sonego, lo sceneggiatore storico di alberto sordi, libro scritto in occasione dei sopralluoghi in australia per il film “bello, onesto emigrato in australia sposerebbe emigrata illibata”.
libro di viaggio, ottimo da leggere viaggiando.
e da questo delizioso diario di viaggio rubo queste righe:
“scrivere così, sempre, tutta la vita senza mai fermarsi…ma non per gli altri, per se stessi, perchè ogni istante sia vissuto, goduto o sofferto.
invece, proprio da questi sedili, guardando da questi oblò quanti paesaggi ho perduto: non avendoli descritti o disegnati sono perduti per gli altri ma anche per me stesso. la memoria sta solo nelle cose scritte o disegnate. tutto il resto sono larve, fantasmi o nebbie che subito spariscono e rimangono nella memoria deformate come certe canzoni di dischi troppo vecchi…”