tornato a milano


26 Giugno 2008

eccomi qui, sono tornato a milano, il centro delle mie circonferenze.
qualcuno avrà notato una sorta di schizofrenia dicotomica, essendo a bloggare un po’ qui e un po’ di là: smetterò di fare il fotografo e comincerò una carriera di bloggista/bloggologo, o come si dice, a tempo pieno.
vi prometto però una cosa: che qui sarà il backstage del backstage, e quindi continuerò a dire e a far vedere le cose che di là non è il caso di dire o far vedere, con il mio sano disincanto e cinismo.

ad esempio: le maldive sono un posto di merda ed è da sfigati in viaggio di nozze andarci.
ancora ancora andarci in inverno, se uno vuole un po’ di sole e caldo quando qui è freddo, ma che senso ha andarci a giugno?
si mangia di merda, l’unico pesce che ho visto cucinato è il salmone. giuro. solo una sera ci hanno fatto del tonno.
tutto surgelatissimo e in arrivo da chissà dove.
l’acqua che bevavamo era di due tipi: o san pellegrino, proveniente quindi dalle valli bergamasche, o la perrier, importata niente meno che dall’australia e da lì in arrivo ovviamente dalla francia. non vedo l’ora che il petrolio arrivi a costare 500 euro al barile per fare in maniera che queste follie finiscano.
mangiare il salmone che arriva dalla norvegia alle maldive?!?! ma pescate il pesce che è lì di fronte, no? il fatto è che ora come ora, è più economico farlo arrivare dalla norvegia.
il posto dove io stavo era anche molto carino e i maldiviani affettuosamente gentili, ma perchè non andare in puglia? in sicilia? in sardegna?
e tutti questi sposini tutti pronti a sfoggiare il tatuaggetto che si sono appena fatti fare: un delfino sulla caviglia, un segno orientale sulla schiena che vuol dire amore…le donne con quelle orrende unghie un po’ lunghe e bianche…il diamantino al naso…e le chiome arricchite dalle temibilissime extension…e maschietti depilati come dei novelli costantini e il taglio da capelli da calciatore tedesco, corti davanti e lunghi dietro.
questa massa di dilettanti non poteva evitare di applaudire all’atterraggio dell’aereo.
ho conosciuto una coppia, gli ho detto: vi sarete portati almeno un libro da leggere!
mi hanno guardato come se gli avessi chiesto se si erano portati gli sci.
“non abbiamo mai letto un libro in vita nostra”
lei si corregge: “scusa! un libro l’ho letto: sui trattamenti estetici della pelle!”

gli sposini provano ad esprimere una sorta di affettuosa intimità, tradendo però, come ho già detto, una noia reciproca che non vede ne sorrisi ne’ complicità: non preoccupatevi, divorzierete presto e vi libererete di questo fardello.
a tutti questi coglioni dedico cyrano di guccini. alè!:

Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l’ ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L’arrivismo? All’ amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch’ io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz’ ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d’ essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi…

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’ altra vita;
se c’è, come voi dite, un Dio nell’ infinito, guardatevi nel cuore, l’ avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l’ uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev’ esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un’ ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo…Cirano

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