ROME
29 Maggio 2011
[it] sono un gran fruitore e compratore di musica. compro e ascolto di tutto, con un atteggiamento che a volte[...]
Nella maggior parte dei casi noi fotografi scattiamo in digitale. E va bene così: è l’inevitabile contemporaneità.
Ci sarebbero lunghi discorsi su analogico/digitale che però adesso non farò qui…
Mi limito a una semplice e pratica considerazione: tutte le nostre fotografie sono una sequenza di 0101010101010101010101, di bit che riponiamo dentro a dei supporti che tra un tot di anni (magari 10, mica 1.000) saranno illeggibili. D’altronde sapreste dove mai infilare quei floppy disk che usavate proprio solo 10 anni fa?
Tutte queste cose le ha scritte, sicuramente meglio, qualcuno infinitamente più competente di me. Qui.
Insomma, stampare le Fotografie che ci stanno più a cuore è sicuramente una cosa importante. Ma anche lì non è cosa semplice, perché le stampe che facciamo con le nostre getto d’inchiostro (anche se super fighe) sono destinate a sbiadire e poi a sparire in pochi anni.
E’ questo che vogliamo dalle nostre belle fotografie? Che spariscano?
Una soluzione, complicata e costosa, esiste, ed arriva direttamente dal secolo scorso, anzi da due secoli fa: la stampa al platino palladio. Una cosa talmente antica da essere modernissima.
Esiste da poco un servizio attraverso il quale da un file digitale si ottiene un internegativo di grande formato con il quale si va a realizzare una stampa a contatto che è di per sé un esemplare unico e con durata certificata eterna.
Informazioni maggiori le trovate sulla pagina Facebook, oppure alla mail platinoprints@gmail.com.
Questa un mio file stampato con questa tecnica:
The Platinotypist ”A little African story” from The Platinotypist on Vimeo.